NELLA BUONA E NELLA CATTIVA SORTE:
AMORE, PASSIONE E ……..
“Ma quando ti viene quella voglia di piangere pazzesca, che proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare, allora non c’ è verso di spiaccicare una sola parola, non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto dentro, ingoiato da quei dannati singhiozzi, naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime. Maledizione. Con tutto quello che uno vorrebbe dire… !
E invece niente, non esce fuori niente.
Si può essere fatti peggio di così ?”
Tratto da – Castelli di rabbia – di Alessandro Baricco
In una separazione non sono solo i coniugi a separarsi, ma tutti nella famiglia devono affrontare questo processo. Le risposte a tale evento da parte sia dei bambini che degli adulti possono essere molto diverse tra loro, a seconda di come lo si vive emotivamente: non esiste un solo tipo di reazione alla separazione, in quanto quest’ ultima è ovviamente sempre diversa. Un’ informazione importante da sapere è che i disagi maggiori tra i membri della famiglia, sia adulti sia bambini, si hanno solitamente entro i primi due anni dalla separazione. Il modo con il quale i bambini si adattano alla separazione dei genitori dipende per lo più da come i genitori stessi gestiscono questo processo e dal loro grado di MATURAZIONE EMOTIVA.
COSA DIRE AI BAMBINI ?
I bambini hanno bisogno di una spiegazione che sia adeguata alla loro età e alla loro personalità.
Hanno bisogno di capire che, nonostante non vivano più con entrambi i genitori, essi rimarranno comunque legati a loro, e che entrambi i genitori continueranno ad amarli, frequentarli, li continueranno a seguire in quanto non si SEPARANO AFFETTIVAMENTE da loro, anche perché è il loro “PROGETTO DI CONDIVISIONE” per la vita.
Se i bambini avessero una spiegazione chiara e sicura delle ragioni che hanno portato i loro genitori a separarsi, potrebbero evitare di percepirsi come i responsabili della separazione (come spessissimo accade), o ancora smettere di pensare che “sforzandosi”, potrebbero far tornare unita la famiglia. Questi ultimi due pensieri nei bambini (la colpa e la responsabilità) se non trattati ed elaborati adeguatamente potrebbero essere fonte di enormi sofferenze per i figli.
E’ importante sapere che i bambini appartenenti a famiglie “divorziate” non sono in realtà più a rischio di bambini i cui genitori non hanno divorziato.
I figli manifestano difficoltà superiori solo nel caso in cui siano stati esposti ad un ambiente familiare caratterizzato da alta conflittualità. Ciò significa quindi che i disturbi mostrati da questi bambini non sono direttamente determinati dalla separazione dei genitori, ma invece dalla conflittualità di questi ultimi. C’ è infatti una stretta correlazione tra conflitto tra i genitori (uniti e separati) e malessere psicologico dei figli. Il conflitto tra i genitori è il fattore fondamentale che danneggia lo sviluppo dei ragazzi e genera in loro problemi di comportamento. In molti casi, tale conflitto può precedere di anni la separazione.
QUINDI È PIÙ IMPORTANTE CHE I GENITORI NON SIANO IN CONFLITTO, PIUTTOSTO CHE STIANO INSIEME. Questo è un concetto importantissimo, che sfata la diffusa credenza che “per i figli” sia meglio che i genitori restino insieme. IL BENE DEI FIGLI LO FA UNA COPPIA GENITORIALE NON CONFLITTUALE.
Il conflitto prolungato tra i partner, infatti, crea un clima familiare più teso ed i due genitori, occupati a litigare, sono meno disponibili con i figli. Questi ultimi per catturare la loro attenzione spesso si comportano “male” ed esasperano alcuni normali segnali di ricerca di attenzione, perpetuando così un circolo negativo di rapporti. Oltre a ciò, altri due f attori sono molto importanti:
- Il conflitto genera tensione emotiva e dolore, ed i bambini per crescere sani hanno bisogno di ambienti sereni ed armonici;
- L’ esempio di due genitori in lite, soprattutto se prolungata e accesa, porta il figlio a ritenere che quella sia la normalità dei rapporti tra i coniugi e tenderà quindi drammaticamente a riprodurre con la propria compagna o compagno, le medesime modalità relazionali (trasmissione transgenerazionale del disagio familiare).
COSA CHIEDONO I FIGLI ?
Va tenuto presente che anche i figli di genitori che non litigavano apertamente testimoniano che la distanza e la freddezza tra madre e padre avevano creato un clima molto “inquieto” in famiglia. Rispetto alla decisione di separarsi è effettivamente difficile stabilire quando il livello di conflitto tra genitori è così elevato da causare danni ai figli, e quindi è meglio separarsi.
QUANDO SEPARARSI ?
Oltre all’ intensità del conflitto, sembra infatti importante la sua durata: i figli di famiglie unite i cui genitori hanno conflitti duraturi, stanno peggio di bambini che appartengono a famiglie separate.
I “figli del dissidio perpetuo”, sono infatti più depressi, impulsivi, iperattivi ed hanno più problemi comportamentali a casa e a scuola di tutti i loro coetanei.
Nella decisione di separarsi quindi vanno considerate dal punto di vista del benessere dei figli, alcune variabili, quali l’ intensità del conflitto tra i genitori, la sua durata, la capacità di recuperare la serenità e di vivere in armonia nella famiglia. Quando una coppia vive una situazione di conflitto che non si modifica ma anzi tende a cronicizzare, è importante che subito chieda aiuto per risolvere la situazione, per ritrovare una progettualità sana ed evolutiva, adeguate modalità di comunicare, rispetto e supporto, così importanti per crescere figli psicologicamente sani ed equilibrati.
Nel parlare degli effetti della separazione sui figli, va detto che certamente il figlio “subisce” la decisione dei genitori di separarsi, e che la separazione della coppia genitoriale è sempre una fonte di fatica e sofferenza per i figli. Ciò detto, quando la separazione diviene l’ unica via per interrompere una situazione di conflitto cronico, le variabili personali dei figli risultano un elemento importantissimo, che insieme al clima emotivo tra i genitori durante la separazione può fare la differenza: quando infatti i bambini mantengono un buon rapporto con entrambi i genitori, anche se sono separati, gli effetti negativi del divorzio sono molto mitigati e anzi possono emergere delle risorse inaspettate. Quindi separarsi “bene” risulta un fattore estremamente protettivo per i figli, mentre la conflittualità familiare risulta un fattore fortemente dannoso per l’ equilibrio emotivo dei figli.
“Non è la rabbia ad uccidere i rapporti, ma la stanchezza.
Se mi arrabbio, ci sono…
Se mi arrabbio, ti penso…
Se mi arrabbio, mi sei dentro…
Ma, se mi stanco, mi spengo.
Se mi stanco, sono altrove.
Se mi stanco mi hai perso”.
Concludo sottolineando che bisogna assolutamente evitare che i bambini SIANO I MISSILI NUCLEARI NELLA GUERRA FREDDA DEL DIVORZIO, e quindi lascio a voi lettori la libertà di scegliere la conclusione del titolo sopra citato.
Dott.ssa Denise Carlino