IL VIAGGIO: ALLA SCOPERTA DI NOI STESSI…
“In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo, è per l’ uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l’ uomo deve poter viaggiare”.
Andrej Tarkowskj
La vita è come un viaggio in treno con le sue stazioni, i suoi cambi, i binari, i suoi incidenti.
Nel nascere saliamo in treno e ci troviamo con i nostri genitori e crediamo che sempre viaggeranno al nostro fianco, ma in qualche stazione loro scenderanno, lasciandoci viaggiare soli.
Nello stesso modo nel nostro treno saliranno altre persone significative: i nostri fratelli, amici, figli e anche l’ amore della nostra vita. Molti scenderanno e lasceranno un vuoto permanente… altri passeranno inosservati !
Questo viaggio sarà ricco di gioie, dispiaceri, fantasie, attese e saluti. La riuscita di questo viaggio consiste nell’ avere una buona relazione con tutti i passeggeri, nel dare il meglio di noi stessi.
Il grande mistero è che non sappiamo in quale stazione scenderemo, per questo dobbiamo vivere nel migliore dei modi, amare, perdonare, offrire il meglio di noi. Così quando arriverà il momento di scendere lasceremo dei bei ricordi agli altri passeggeri.
Non tutte le persone riescono a compiere il proprio viaggio, la propria trasformazione, si accontentano di uno stato di medio benessere.
Quando cominciano i veri viaggi nella vita ?
In maniera inaspettata quando sperimentiamo gli abbandoni, le prove, i lutti, i fallimenti, i successi o gli insuccessi , le malattie, i conflitti con gli altri.
Qualche volta, durante queste prove che la vita ci riserva, si intraprendono “viaggi reali”, allontanandoci dal luogo della sofferenza: per fuggire o per evitare il dolore.
Ma non è una soluzione sana e permanente.
L’ eroe deve attraversare con coraggio valli, fiumi, guardare negli occhi i mostri e le ombre che incontra e non retrocedere.
Il vero viaggiatore è colui che non fa programmi rigidi, non usa troppo le guide; il vero viaggiatore è colui che è disposto a sperimentare, a cambiare itinerario, a faticare, a percorrere tappe impreviste, a sentirsi stremato, ma disposto a continuare il percorso… ad andare oltre: si incontrano fatica e paura ed in tutto questo processo il tempo deve essere rispettato.
Alcuni ci riescono, altri no.
Questa fase della vita spesso è segnata da sintomi di ansia, di angoscia, di profondo disagio che segnalano il bisogno del cambiamento interiore.
L’ analisi accompagna i pazienti in questo viaggio.
Per alcuni la terapia può essere solo un viaggio che definirei “turistico” in quanto si accontentano di guardare con superficialità i propri “paesaggi interiori” un po’ di qua e di là, di sentire un po’ di miglioramento dei sintomi, un po’ meno di ansia e di angoscia, sospendono la terapia, pensando di essere arrivati all’ obiettivo.
Il viaggio trasformativo richiede in realtà: tempo, coraggio e umiltà.
Noi “viaggiamo” quando incontriamo i nostri confini interiori, sta in quell’ incontro la trasformazione.
La farina, l’ acqua ed il lievito miscelati devono aspettare il tempo della lievitazione e poi il calore ed il tempo della cottura per trasformarsi in pane. Anche il buon vino è un prodotto di una complessa trasformazione che avviene grazie ad una attenta procedura di coltivazione dell’ uva, della raccolta, della spremitura, della fermentazione ed altro ancora. Basta saper “osservare” e non guardare, per accorgersi di quanti “viaggi” si compiono intorno a noi e quante simboliche trasformazioni avvengono rispettando il tempo. Le semplici metafore del pane e del vino rappresentano come il “viaggio trasformativo” produce qualcosa che non è più quello che eravamo (aspetti identici ai nostri genitori) ma a quello che possiamo diventare, ovvero autentici. E’ questa la trasformazione che avviene quando noi facciamo un buon lavoro con noi stessi.
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nel vedere il mondo con occhi diversi.
Dott.ssa Denise Carlino