L’ AMORE notò LA SOLITUDINE in riva al mare e le disse:
“perché rimani sola quando tutto il mondo cerca qualcosa ?”
LA SOLITUDINE si voltò e, guardando negli occhi L’ AMORE, rispose:
“perché tutti cercano qualcuno o qualcosa soltanto per non sentirsi soli, mentre io vivo sola per incontrare te dentro di me”.
A volte molte persone quando dicono “TI AMO” sembra vogliano affidare nelle mani del partner la responsabilità della loro felicità pretendendo che ci si prenda cura di loro, che sia il compagno a far riscoprire nel partner la gioia dell’ essere nato, invece l’ amore non dovrebbe essere forse uno splendido legame ad armi pari ?
E’ come se nell’ amore alcuni pretendessero di dare un senso alla loro vita, come se l’ amore potesse insegnare loro ad essere felici, ma soprattutto oserei dire “equilibrati”, ed è qui l’ errore perché l’ amore è una meravigliosa cornice di uno scenario che già da sé dovrebbe essere appagante.
“… se prima non sto bene io, come posso pretendere di vivere l’ amore nel modo più giusto per me, per te… e a far star bene i figli ?”
Ed è così che un amore “viziato” già alla nascita porta con sé gelosia, possessività e dipendenza e se non ci si presta a questo gioco si viene etichettati come “egoisti e cattivi”. In realtà le cose non dovrebbero andare in questo modo. Soprattutto nella nostra epoca dovrebbero esserci uomini e donne con uguali esigenze ed uguali diritti.
“… io dovrei essere amata ed amare esattamente come te, come tutti”. La responsabilità della propria felicità, ma soprattutto della propria tranquillità, è solo nostra e non possiamo quindi delegarla a qualcun altro.
“… sono io che scelgo te e sono sempre io che scelgo di continuare a stare insieme a te anche se non mi rendi felice e serena ! Soprattutto non posso e né ho gli strumenti per riuscire a cambiarti ! Non ho il diritto di pretendere che tu mi renda felice, ma se voglio che tu faccia parte della mia vita ho il dovere di offrirtela prima io una vita e non di pretendere che sia tu a darmela”.
La “coppia” insieme dovrebbe fondere le proprie vite se si vuole un rapporto “sano” e non appropriarsi l’ uno della vita dell’ altro. E’ questo il più grande errore di oggi: credere che essendo amati da un altro si comincerà davvero a vivere, ad essere felici, ma non c’ è felicità di coppia laddove non c’ è prima amore per se stessi.
E’ quindi fondamentale, per potersi conoscere e raggiungere il proprio “equilibrio ed indipendenza”, misurarsi con le proprie risorse e con i propri limiti al fine di trovare un nuovo modo di essere, un nuovo modo di stare con gli altri, soprattutto un nuovo modo di stare con i propri figli, un nuovo modo per crescere EMOTIVAMENTE.
“Sempre devi avere in mente Itaca.
Raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’ isola, tu, ricco dei tesori accumulatati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo sulla strada: che cos’ altro ti aspetti ?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tutta la tua esperienza addosso
Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare”.
(Costantino Kavafis)
Quindi il processo di cambiamento, di trasformazione attraverso un percorso psicoterapeutico è estremamente importante, in quanto non è solo un investimento per la persona che intraprende questo “viaggio” ma anche per tutti coloro che in modo “stretto” circondano questa persona (figli, coniuge).
Infatti il discorso diventa più grave ed importante, quando in matrimoni “tempestosi” si decide di avere un figlio investendolo, prima ancora di concepirlo, della responsabilità riparatrice della coppia, o si decida di concepirlo per colmare un vuoto.
Le conseguenze di questa scelta, che oserei dire “egoista” dell’ individuo sono veramente disastrose.
I bambini non mettono mai in discussione l’ adulto, soprattutto quando vivono in un clima emotivo instabile e ricco di tensione. Se percepiscono che la madre ed il padre sono accanto a loro, ma non gli offrono affetto o attenzioni, daranno la colpa a se stessi. Faranno loro quel rifiuto, quel dolore emotivo destinato a lasciare un’ impronta nel loro vissuto. I bambini hanno bisogno di attenzioni per sentirsi affermati, per costruire la propria identità. Se non sentono la forza di tale vincolo manifesteranno problemi di “autostima”, esternandola nei svariati contesti e situazioni. Nel breve periodo possono reagire isolandosi o assumendo atteggiamenti di rabbia e sfiducia.
I più grandi doni che si possono dare ai figli sono le RADICI DELLA RESPONSABILITA’ e le ALI DELL’ INDIPENDENZA.
“Osserviamo gli occhi di un bambino, la loro freschezza, la loro radiosa vitalità, la loro vivacità. Assomigliano ad uno specchio silenzioso ma penetrante. I bambini sono degli enigmi luminosi. Sono come cemento umido… tutto quello che li colpisce lascia un’ impronta”.
In sintesi, AMORE MATURO significa quindi UNIONE SI’, a condizione di preservare la propria integrità, la propria individualità, per preservare soprattutto, laddove ci dovessero essere, l’ integrità e l’ individualità del figlio.