Con delicatezza e soprattutto con rispetto verso voi tutti, ho ritenuto opportuno affrontare un tema molto importante ed attualissimo che è l’ OMOFOBIA.
Vi chiederete il perché.
Perché non trovo “umano” che una persona omosessuale non possa sentirsi “libera” sin da piccola di vivere il proprio orientamento sessuale in quanto inondata da un maremoto di pregiudizi, offese e discriminazioni.
Molti di loro, approdano nel mio studio in preda al panico, paura, vergogna di raccontarsi, di osservarsi e di farsi osservare da me terapeuta… e solo dopo che acquistano fiducia cominciano a liberarsi da forti catene interiori.
“Amore: il più potente antidoto contro l’ odio e il rifiuto dell’ altro. Ciò nonostante, purtroppo, si è dimostrato quasi sempre inefficace nel caso di persone affette da omofobia, razzismo, sessismo e… altre cose del genere”.
L’ amore sboccia tra persone, non tra sessi.
Perché porsi dei limiti ?
Perché gli omosessuali sono trattati di fatto, purtroppo ancora nel III° millennio come cittadini di serie B ? Da dove ha origine l’ omofobia ?
L’ omofobia esiste perché ci sono persone sempre pronte ad ergersi a giudici, perché è più facile giudicare che informarsi, è più facile puntare il dito che comprendere.
In genere il termine clinico “fobia” indica una paura, un’ incapacità, un limite personale che il singolo individuo si trova a vivere e che cerca di accettare per condurre apparentemente un’ esistenza più piena; ma in realtà vive nell’ angoscia, vive limitandosi da solo.
Nel caso dell’ omofobia invece, ci troviamo di fronte ad una “fobia operante come un pregiudizio”. Tale caratteristica implica che gli effetti negativi siano avvertiti non solo da colui che ne è affetto, quanto da coloro verso cui questo pregiudizio è rivolto: le persone omosessuali.
L’ omofobia è quell’ insieme di pensieri, idee, opinioni che provocano emozioni quali ansia, paura, disgusto, disagio, rabbia, ostilità nei confronti delle persone omosessuali.
OMOFOBI SI NASCE O SI DIVENTA ?
E’ importante ricordare che non si nasce omofobi; lo si diventa attraverso l’ educazione, i messaggi diretti ed indiretti che la famiglia, la politica, i media etc. ci trasmettono.
Fin da bambini tutti noi acquisiamo convinzioni e valori che ci vengono presentati come assolutamente giusti e legittimi. Molto prima, dunque, di avere una reale comprensione di cosa significhi la parola omosessualità, ereditiamo da una cultura omofoba, la convinzione che essere gay sia qualcosa di assolutamente sbagliato, innaturale, e contrario alle norme del vivere comune.
Molto dipende anche dal posto antropologico in cui nasciamo e cresciamo. Nei paesi di religione cattolica come l’ Italia, la chiesa esercita un’ alta ingerenza sulle famiglie, sulla politica e sulla capacità legislativa conseguente. La posizione ufficiale della chiesa cattolica rispetto agli omosessuali è di ACCOGLIENZA, solo a patto che gli omosessuali rinneghino se stessi, riconoscendo il “disordine” della propria condizione di vita ed accettando la castità e la costrizione come elemento permanente dell’ intera loro esistenza .
Questo tipo di pressione morale, così pervasiva, non può non sfociare nell’ “omofobia interiorizzata” (quell’ insieme di sentimenti negativi come ansia, disprezzo, avversione che gli omosessuali provano, purtroppo, nei confronti dell’ omosessualità propria ed altrui) al punto che l’ incidenza statistica dei suicidi è elevata tra gli omosessuali adolescenti, soprattutto se credenti; naturalmente, come per altre forme di pregiudizio, un fattore di rilievo perché un individuo sia omofobo è costituito da una componente personale di “chiusura mentale e rigidità”.
Altro tema molto delicato ed ovviamente anche molto SOGGETTIVO è l’ argomento sulla genitorialità di una coppia gay. Ovviamente ci sono pareri contrastanti chi a favore, chi a sfavore. Sono stati fatti tanti studi che sostengono l’ una o l’ altra teoria.
Io personalmente non voglio dilungarmi su questo argomento, ma vorrei solo dire che al di là della “qualità del clima” che il bambino potrebbe respirare, è che quest’ ultimo inevitabilmente ha bisogno di identificarsi con entrambi i sessi (uomo e donna) e che vivere in una famiglia senza figura materna o paterna potrebbe creare confusione nel bambino; non si può escludere, infatti, che convivere con due genitori dello stesso sesso potrebbe avere ricadute negative sul processo dello sviluppo psichico e relazionale nell’ età evolutiva. E’ importante per un bambino una coppia eterosessuale in quanto la figura materna è calda, “accuditiva”.
Nelle coppie omosessuali i ruoli sono più interscambiabili e questo potrebbe creare “confusione” nel bambino; voi direte che anche in quelle etero sono interscambiabili.
Sì è vero, ma ciò che fa la differenza è proprio il RUOLO, cioè nella coppia etero c’ è il <ruolo materno> (madre) con funzione paterna, ed il <ruolo paterno> (padre) con funzione materna, mentre nella coppia omosessuale questa distinzione netta dei sessi verrebbe a mancare e a creare molto disorientamento. Detto ciò non voglio assolutamente dire ciò che è giusto o è sbagliato, sono solo pensieri che ci dovrebbero indurre a riflettere in quanto “semplici esseri umani” e quindi non possiamo giudicare o additare le scelte di ogni singolo individuo: ognuno deve assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
Sta nel buon senso dell’ essere umano tutelare gli aspetti psicologici di un minore e fargli viverei in maniera ordinata, chiara e limpida la distinzione dei ruoli.
Accogliere le diversità non vuol dire annullare quelle che sono le tradizioni della propria cultura e questo in tutti i vari contesti ed argomentazioni.
Vorrei concludere questo articolo con una citazione di Albert Einstein:
“….non dobbiamo semplicemente sopportare le differenze fra gli individui ed i gruppi, ma anzi accoglierle come le benvenute, considerandole un arricchimento della nostra esistenza. Questa è l’ essenza della vera tolleranza, intesa nel suo significato più ampio, senza la quale non si può opporre il problema di una vera moralità…….”.