FAME D’ ARIA: ANALFABETISMO EMOZIONALE
“Quanto una persona ti sembri strana dipende dal tuo modo di pensare e dai limiti della tua esperienza…”
E’ una reazione comune quella di provare un certo fastidio quando si sente parlare di “disagio psichico” quasi come fosse un demone da schiacciare, qualcosa che ci auguriamo di non avere, in quanto fuoriesce dal nostro “controllo” e di conseguenza si vuole rifiutare ricorrendo molto spesso ad assumere psicofarmaci. Non tutti sanno però che altrettanto fisiologico è essere soggetti a questo disagio e che, anzi, è molto difficile sottrarvisi se non si è in possesso di una adeguata preparazione con gli opportuni strumenti.
Chi ha sperimentato almeno una volta l’ ATTACCO DI PANICO ad esempio riferisce di una situazione estremamente angosciante, in cui i sintomi fisici si sviluppano in modo velocissimo e con forte intensità;
si tratta di sensazioni quali ictus, infarto… morte imminente. E’ come se fosse “un fulmine a ciel sereno”;
un improvviso attivarsi di palpitazioni galoppanti, con il cuore che batte all’ impazzata, tremori, affanno respiratorio, sensazioni di soffocamento, dolori al petto, formicolio, sudorazione fredda, brividi, vampate di calore, vertigini, nausea, sensazione di vuoto alla testa, senso di svenimento, ed altri sintomi che si presentano totalmente “insensati” e la cui percezione attiva l’ angoscia.
Questo è l’ attacco di panico: un’ esperienza tremenda, che fa stare molto male, e che a propria volta suscita un’ ansia anticipatoria. Le strategie che la persona mette in atto per prevenire l’ attacco di panico tendono a diventare così massicce da portare i pazienti ad evitare progressivamente ogni novità. Anche i bambini manifestano attacchi di panico, essi però vista la giovane età, tendono a riferire essenzialmente i sintomi fisici e non quelli emotivi.
Si tratta solitamente di bambini particolarmente sensibili che temono il giudizio degli altri. Il panico invade ogni aspetto della vita; si alternano momenti di agitazione ad un forte senso di soffocamento. Il panico si ripercuote anche nell’ ambito della vita sessuale, dove il soggetto incontra serie difficoltà nel lasciarsi andare ed i rapporti tendono ad essere poco coinvolgenti.
Il primo passo per mettere in atto un cambiamento è prendere consapevolezza che quella “sicurezza” che abbiamo creato intorno a noi, non è altro che una gabbia dorata, che all’ inizio sembra proteggerci, ma che con il tempo finisce per inghiottire l’ intera esistenza, portando al totale annullamento della persona. Dal punto di vista psicoanalitico / gruppoanalitico, i sintomi traggono origine da conflitti e fantasie inconsce; ad esempio le persone che soffrono di attacchi di panico spesso lottano con emozioni di rabbia e di aggressività che sperimentano come attacchi e minacce alle figure di attaccamento. La più importante delle radici degli attacchi di panico è costituita quindi dall’ incapacità di percepire e riconoscere le EMOZIONI, come conseguenza di una specie di “analfabetismo emozionale” che si è strutturato nel corso della vita. La persona, non riuscendo a riconoscere l’ emozione che sta sperimentando, percepisce slegate tra loro le singole espressioni fisiche di essa, come se le tessere di un mosaico fossero slegate. Non possono che apparirle del tutto prive di senso. Ma il “mosaico”, che l’ individuo non riesce ad integrare e di cui non ha consapevolezza perché neppure lo percepisce, non è esterno a lui. Lo riguarda direttamente, è dentro di lui. Sensazioni fortissime ed apparentemente insensate.
In psicoterapia il paziente deve recuperare il senso di sé come ben funzionante e deve essere RIALFABETIZZATO sulle proprie emozioni. In questo modo la fiducia in se stesso verrà allora recuperata non con una serie di battaglie contro di lui, ma con un recupero ed una valorizzazione di aspetti realmente suoi.
A noi la scelta di farci sopraffare, a noi la scelta di vincerla ed essere profondamente umani e straordinariamente ricchi di risorse. La prima regola è quella di riconoscere ciò che ci fa paura ed indagare le motivazioni che ci spingono a sperimentare quella “emozione”, così facendo la paura stessa si attenua ed i contorni si fanno meno vividi, più accettabili. Quindi la ricerca dell’ equilibrio interiore è un cammino lungo e difficile. E’ un cammino di crescita personale, che richiede un continuo processo di riflessione, elaborazione, tra quello che la realtà ci presenta ed una nostra risposta che sia adeguata ma che sia anche accettabile da un punto di vista emozionale.
L’ equilibrio è la capacità di mantenere costante il passo senza perdersi d’ animo, sta nell’ essere tenaci, nel non scoraggiarsi, nel saper di rivedere il percorso quando ci sembra non vada più bene, nell’ aver fiducia che si arriverà e, che ci si è avvicinati un po’di più alla vetta, nel saper valorizzare le tappe conquistate.
Migliorare la propria vita quotidiana significa cercare il benessere in modo attivo e consapevole senza aspettare che gli altri facciano al posto nostro ciò che noi possiamo fare ogni giorno.
Oggi la persona ha bisogno di “strumenti” per debellare i “cattivi” comportamenti quotidiani, nemici dell’ equilibrio psicofisico e della gestione dell’ affettività e delle relazioni.
Il cammino verso il cambiamento è sempre soggettivo e personalizzato.
Tuttavia, data la mia esperienza professionale ed i miei anni di analisi personale, posso descriver il tipo di sensazione che deriva dal cambiamento, come simile a quella di un “SALTO”.
Dopo che si è concluso il “salto”, la maggior parte delle volte capita che ci si guardi indietro e ci si chieda come mai non l’ abbiamo fatto prima, dato che era così facile. Per il vero, di salto non si tratta poiché la gradualità è un requisito essenziale di un cambiamento stabile e duraturo.
“Il vero viaggio di scoperta non è vedere nuovi mondi ma cambiare occhi; se cambi il tuo atteggiamento verso le cose, finisci per cambiare le cose….”