OGNI FIORE E’ UN’ ANIMA CHE SBOCCIA NELLA NATURA
E’ triste accettare che madre natura rinasca davvero solo quando noi uomini ci fermiamo.
A Venezia le acque nei canali sono tornate limpide, a Cagliari i delfini si avvicinano alla banchina del porto, a Milano ci sono i cigni… ovunque sboccia la primavera. La qualità dell’ aria è migliorata ovunque.
Un piccolo paradiso terrestre se non fossimo circondati da tristi notizie.
La vita e la morte che si intrecciano in una triste danza. I festosi flash mob sui balconi che incitano alla vita contrapposti a dolorosi e silenziosi lutti che ci fanno dubitare del senso di questa stessa vita.
Quindi, se prima la natura si stava “piegando” per colpa nostra, portandola consapevolmente alla sua morte, ad oggi noi stiamo facendo un “sacrificio” per salvare noi stessi dall’ epidemia ma, al contempo, stiamo anche salvando Madre Natura, per poi vivere tutti in un ambiente più sano.
Il suo urlo lo abbiamo sentito forte… ed ora sta uscendo dal suo coma.
La crisi può avere più esiti;
può essere un’ opportunità per trovare un equilibrio nuovo, ad un livello superiore. Possiamo ad esempio imparare ad accettare le frustrazioni, capire che ci sono dei limiti, che siamo piccola cosa rispetto alla potenza della natura.
Possiamo insomma fare un passo avanti: come uomini, come donne e come essere umani.
Per noi la LIBERTA’ è un “PRINCIPIO IRRINUNCIABILE” .
Siamo noi a scegliere dove e quando andare, cosa fare, esattamente come per gli animali.
Possiamo solo immaginare come si possano sentire quelle creature rinchiuse nelle gabbie degli zoo, strappati dal loro ambiente naturale. Solo ora possiamo immaginare e ”sentire” la sofferenza ad accettare queste catene e restrizioni.
Penso che questo possa essere un buon esame di realtà, un lavoro emotivo e psichico che possiamo fare.
La vita dell’ anima invecchia e muore per stanchezza, per noia, per scoraggiamento; soprattutto perché essa non sa più guardare al mondo con la freschezza, la gioia e l’ entusiasmo di quando era bambina, allorché ogni cosa le appariva nuova ed esultante, circonfusa da un magico alone di indeterminatezza e di splendore.
Esiste un modo per renderla immortale: restituirle le fonti della sua freschezza; ridarle lo slancio, il candore, la dolce aspettativa che le erano connaturati al tempo in cui essa vedeva le cose per la prima volta e tutto le sembrava grande, misterioso e coinvolgente.
L’ anima del bambino è fresca e sensuale; osservate un bambino quando, in una calda sera d’ estate, crolla nel suo lettino, vinto all’ improvviso dalla stanchezza, sazio di giochi, di corse e di sogni: piomba nel sonno come in un giardino incantato.
Al mattino, ricostituite le energie, egli è pronto per una nuova scoperta del mondo, tutto emotivo di meraviglie.
Così dovremmo fare anche noi, e mi auguro che questa tremenda esperienza possa distruggere in noi la nostra parte vecchia, incredula e saccente, per consentire la rinascita di quella permanente, gioiosa, libera ed aperta allo stupore.
“Non dimenticate che la terra si diletta a sentire i nostri piedi nudi, e i venti desiderano intensamente giocare con i nostri capelli”
(Kahlil Gibran)