TERREMOTO EMOZIONALE
Il Covid-19 è un vero e proprio sintomo che sta avendo un grande impatto sulla psiche individuale e collettiva.
“le malattie sono i nostri insegnanti” diceva James Hillman, ed è per questo motivo che ho deciso di approfondire e soprattutto condividere tale argomento analizzando nel particolare le diverse ferite che si stanno aprendo nella nostra psiche in questo duro momento storico.
“la sofferenza ci minaccia da tre parti:
dal nostro corpo che è destinato a deperire e a disfarsi;
dal mondo esterno che contro di noi può infierire con strapotenti spietate forze distruttive;
infine dalle nostre relazioni con altri uomini” (S. Freud).
Dal punto di vista psicologico stiamo vivendo all’ interno di un vero e proprio trauma, che condensa in sé tutti e tre gli aspetti invocati dal padre della psicoanalisi.
La nostra anima sta subendo ferite profonde soprattutto perché siamo di fronte ad un trauma complesso di lunga durata.
1) La prima ferita è la PAURA. Stiamo in un perenne stato di paura. E’ come se stessimo vivendo un grande attacco di panico collettivo, diffuso nel tempo e nello spazio. Vivere in uno stato di paura prolungato produce una situazione di forte stress per la psiche e ci conduce verso la dimensione della “perdita di controllo”. La paura dovrebbe esserci e soprattutto alimentarsi se le “regole” a cui bisogna attenersi non vengono rispettate, vengono trasgredite. Se tutti noi ci atteniamo a ciò che ci viene detto e ascoltiamo attentamente ciò che ci viene suggerito di fare, perché dovremmo avere paura ?
2) “Viviamo nel rifiuto della MORTE, nella paura della morte e la cultura vive sempre proiettata nel futuro” (J. Hillman, Il lamento dei morti, pag.33).
La massiccia comunicazione mediatica sul Covid-19 ci sta mettendo di fronte ad un quotidiano bollettino di guerra. Siamo costretti a riflettere sulla morte: la nostra morte, la morte dei nostri cari e di chi ci è vicino. Non possiamo più essere proiettati al futuro, ma solo vivere il qui ed ora mortifero della quarantena.
3) Temiamo il CONTAGIO, il contatto con gli altri. Abbiamo paura di toccare chi è vicino a noi. Il contatto tra corpi e comunicazione di emozioni. Quindi la paura del contagio, ovviamente si ripercuote anche in un limitato contagio emotivo tra le persone. Stiamo mettendo le distanze con il mondo. Una volta che sarà finito tutto saremo capaci di riavvicinarci all’ altro ?
Certo, torneremo a poterci toccare, ad abbracciare, a comunicare emozioni attraverso il tatto e sarà tutto più amplificato rispetto a prima.
4) Uscendo per le strade della città possiamo ascoltare il SILENZIO. In questi giorni si è amplificato ancora di più la sensazione surreale di vuoto, solitudine e silenzio che ci circondano. Tuttavia il silenzio che stiamo vivendo è una pienezza incredibile. Una pienezza di mostri, paura angosce, ricordi e preoccupazioni per il presente ed il futuro.
Questi aspetti che ho elencato sono traumi diretti. Poi ci sono quelli indiretti: le relazioni di coppia, ad esempio, sono quelle che ne risentiranno maggiormente, uscendone rafforzate, ristrutturate o distrutte.
Quando tutto sarà finito, ci leccheremo le ferite che hanno aperto uno squarcio silenzioso sulla nostra interiorità, liberando i nostri miti, i nostri archetipi, i nostri mostri interiori, le nostre fantasie e le nostre immagini.
Dovremmo lavorare sulla sutura di queste ferite, sul nostro mondo inconscio e non sarà semplice.
“le malattie sono i nostri insegnanti” e questa nostra grande ferita sarà la nostra opportunità per imparare qualcosa su di noi. Ma sarà una battaglia.
Se sapremo lottare e ascoltare cosa ha da dirci la nostra interiorità ne usciremo cambiati, altrimenti si moltiplicheranno i sintomi della psiche, le grida dell’ anima che vuole parlare con noi. Se ciò non avverrà:
“porteremo dentro tutte le ferite delle battaglie che abbiamo evitato… con le eventuali conseguenze”.