UN UNIVERSO DA CONOSCERE
“L’ uomo possiede dentro di sé molte pelli, che ricoprono la profondità del suo cuore.
Egli vuole conoscere molte cose, ma non vuole conoscere se stesso. Andate nel vostro mondo interiore, nel vostro universo e lì, imparerete a conoscervi e a ritrovare la luce che c’ è in voi”.
Un “universo” così magicamente avvolto da tanti di quei sistemi che si rivelano essere a volte complessi, a volte intriganti, ma tutti così profondamente veri.
In maniera molto semplicistica potremmo definire l’ individuo: un soggetto che contiene dentro di sé un “mondo”, un “universo relazionale” tutto da scoprire, capire, comprendere. Un mondo proprio, con caratteristiche proprie, con proprie convinzioni, regole, princìpi, pregiudizi e quant’ altro.
L’ individuo è il limite della comprensibilità. E’ un enigma e può essere spiegato solo da se stesso, attraverso un percorso, un viaggio psicoterapeutico, dove il terapeuta fa da specchio e dà un senso ed un significato a tante domande che emergono e che apparentemente sul momento non hanno risposte… ma lungo il tragitto emergono (risposte) ed in questo modo si assiste al “cambiamento” della persona.
Andare da uno psicoterapeuta è spesso una decisione presa con diffidenza, quasi vergogna. E’ purtroppo ancora radicato nella nostra cultura un pregiudizio che considera la persona che soffre a livello psicologico come una persona inadeguata.
• “Andare da uno psicologo ? non sono mica matto !”
• “Ti vuoi rivolgere ad uno psicoterapeuta ? ma no dai, basta parlarne con un amico…”
• “Iniziare una psicoterapia ? Macché, stai tranquillo, tutto passa !”
• “Dai su, fatti forza, vedrai che le cosi si sistemeranno da sole”
Sono queste alcune frasi che vengono rivolte da amici e parenti nei momenti di crisi. Sono luoghi comuni detti certamente in buona fede ma che non fanno altro che allontanarci dalla presa di coscienza dai nostri disagi. Troppo spesso si sottovalutano segnali evidenti oppure si preferisce desistere per timore di condividere emozioni per paura di essere giudicati; niente di più sbagliato, come ci insegna Albert Einstein: “FOLLIA È FARE SEMPRE LA STESSA COSA ED ASPETTARE RISULTATI DIVERSI”.
Il risultato infatti è che spessi si preferisce convivere con ciò che già si crede di conoscere come depressione o ansia, quando invece un percorso psicoterapeutico sarebbe risolutivo. Accorgersi che il nostro corpo ha bisogno di un medico è abbastanza semplice, capire quando è la nostra psiche ad aver bisogno di aiuto è molto più difficile. A tutti capita nella vita di avere delle battute d’ arresto, dei periodi in cui ci sentiamo inadeguati, indifesi, angosciati… ma spesso, pur di non chiedere aiuto, ci si rifugia dietro a psicofarmaci credendo che quest’ ultimi possano risolvere il malessere. In realtà il malessere si può risolvere solo affrontandolo in psicoterapia dando “senso” e “significato” al proprio vissuto.
Chiedere aiuto non vuol dire ammettere una sconfitta, tutt’ altro. Iniziare una psicoterapia significa avere il coraggio di mettersi in discussione per capire i propri disagi e dimostrare di voler stare meglio. E’ una scelta di salute che permette di individuare e capitalizzare le proprie risorse, affrontare in modo più adeguato le proprie tensioni, l’ infelicità e l’ insicurezza.
“La mia migliore amica è la mia vita,
il mio punto di riferimento,
la mia forza,
l’ unica disposta ad ascoltarmi.
L’ unica di cui possa fidarmi.
La mia esatta metà
Più di un’ amica, una sorella”.
Concludendo, il termine “guarigione” va inteso come un movimento verso il compimento, verso un cambiamento, verso la serenità, verso l’ autorealizzazione… verso la scoperta di sé.